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La rete TF1 segna un’epoca nella storia audiovisiva francese, incarnando il passaggio da un sistema controllato dallo Stato a un modello privato che ha ridisegnato il panorama mediatico. Questo articolo ripercorre la trasformazione della prima rete nazionale, dalla sua genesi negli anni ’80 fino al consolidamento come protagonista del settore.
Il Contesto Post-ORTF
Per comprendere l’evoluzione di TF1, è essenziale partire dal contesto storico. Fino al 1975, l’Office de Radiodiffusion-Télédiffusion Française (ORTF) dominava il settore radiotelevisivo francese. La sua dissoluzione porta alla creazione di tre reti televisive pubbliche – TF1, Antenne 2 e France Régions 3 – oltre a Radio France e altre entità statali come Télédiffusion de France e l’Institut National de l’Audiovisuel. Nonostante questa frammentazione, il controllo rimane nelle mani dello Stato, rendendo la televisione un feudo governativo.
Un servizio del telegiornale delle 20:00 del 5 gennaio 1975 illustra la nascita delle nuove società derivate dall’ORTF. Fonte: ina.fr
L’Arrivo del Privato: Canal+ Apre la Strada
Il 1982 segna una svolta con l’annuncio del presidente François Mitterrand di creare una nuova rete nazionale finanziata senza canone né pubblicità. Dopo vari tentennamenti, il progetto prende forma con Canal+, affidata al gruppo Havas sotto la guida di André Rousselet, amico personale di Mitterrand. Il 4 novembre 1984, 186.000 abbonati assistono al debutto della prima rete privata francese, un evento che incrina il monopolio statale.
La prima mattina di Canal+ vede Michel Denisot affiancato da Michel Depardieu e Jean-Pierre Coffe nel programma Le 7/9, un format che segna l’inizio di una nuova era per le trasmissioni mattutine.
Nuovi Orizzonti Televisivi
Il 16 gennaio 1985, con le elezioni legislative all’orizzonte, Mitterrand propone di ampliare gli “spazi di libertà” in televisione. L’obiettivo è garantire al Partito Socialista un canale di comunicazione nel caso di una sconfitta elettorale, che ridurrebbe il controllo sulle reti pubbliche. Questa visione porta, nel 1986, alla nascita della quinta e sesta rete, la cui storia sarà narrata nei prossimi capitoli di questa trilogia.

La Privatizzazione di TF1: Una Scommessa Culturale
Il 16 marzo 1986, le elezioni legislative consegnano la vittoria alla coalizione RPR-UDF guidata da Jacques Chirac, che torna a essere primo ministro. Nel programma della destra spicca l’intenzione di privatizzare due reti pubbliche, ma alla fine solo TF1 viene scelta. La rete, un tempo percepita come superata rispetto ad Antenne 2, vive una rinascita sotto la guida di Hervé Bourges dal 1983, dominando gli ascolti. Il governo ritiene che TF1 possa mantenere elevati standard di produzione culturale anche da privata, generando al contempo un notevole introito.
Nel 1981, TF1 ospita Temps X, condotto dai fratelli Bogdanov, un programma visionario che anticipa il loro ritorno in tv anni dopo su France 2 con Fort Boyard.
Il piano prevede la vendita del 50% del capitale di TF1 per 3 miliardi di franchi, con un limite del 25% per ogni singolo azionista privato. La scelta del compratore avviene attraverso la Commissione Nazionale della Comunicazione e delle Libertà (CNCL), teoricamente neutrale ma vicina al governo di destra. Il criterio di selezione si basa sul “miglior progetto culturale”, un concetto che diventerà noto come “le mieux-disant culturel”. Tuttavia, le promesse culturali si riveleranno spesso fragili.
La Battaglia per TF1: Hachette contro Bouygues
Acquisire TF1 richiede risorse immense, scoraggiando molti potenziali investitori. Alla fine, solo due gruppi si contendono la rete. Da un lato, Hachette, guidato da Jean-Luc Lagardère, vanta un impero mediatico che include case editrici (Grasset, Stock), testate come Paris Match e Télé 7 Jours, la rete di distribuzione Relais H e la radio Europe 1. Per il progetto TF1, Hachette si allea inizialmente con Havas, coinvolgendo figure come Etienne Mougeotte e Christine Ockrent.
Nel 1986, TF1 lancia Intervilles, con Guy Lux, Léon Zitrone e Simone Garnier, un programma che diventa un cult.
Dall’altro lato, il gruppo Bouygues, colosso delle costruzioni diretto da Francis Bouygues, entra in scena come outsider. Senza esperienza nei media, Bouygues vede in TF1 un’opportunità per diversificare le sue attività. Dopo aver rifiutato un’alleanza con Hachette, che pretendeva il controllo maggioritario, Bouygues procede da solo, affidando il progetto a Patrick Le Lay.
Intrighi e Strategie
Bouygues adotta un approccio aggressivo, organizzando incontri con i membri della CNCL per promuovere la sua visione, un’attività che Patrick Le Lay descrive come “lobbying nobile” nel documentario Télévision, histoires secrètes. Hachette, invece, si astiene da tali pratiche, concentrandosi sulle difficoltà finanziarie. Quando Havas si ritira, Lagardère fatica a completare il consorzio per raggiungere i 3 miliardi richiesti.
Il 23 febbraio 1987, i due gruppi presentano le loro offerte. Bouygues arriva per primo, con un gruppo di investitori che include Robert Maxwell, magnate britannico dei media, e Bernard Tapie, affiancati da azionisti minori. Hachette, invece, ritarda la consegna a causa di problemi nel finalizzare il consorzio. Secondo Le Lay, il governo interviene per aiutare Hachette, coinvolgendo banche come la Banque Nationale de Paris (BNP), che però aveva valutato TF1, creando un potenziale conflitto d’interessi. Bouygues denuncia la situazione, minacciando azioni legali, ma la CNCL valida entrambe le candidature dopo il ritiro della BNP.
Robert Maxwell al culmine della sua influenza.
L’Audizione Decisiva
Il 3 aprile 1987, Hachette e Bouygues si presentano davanti alla CNCL in un’audizione trasmessa in diretta su TF1. Hachette, guidata da Lagardère, offre una presentazione solida ma accademica, forte della sua esperienza nei media. A mezzogiorno, sembra la favorita. Bouygues, invece, sorprende tutti. Grazie a una settimana di prove intensive sotto la guida di Bernard Tapie, esperto oratore, il gruppo presenta un progetto convincente e rilassato. Francis Bouygues promette una programmazione diversificata, rifiutando l’idea di saturare il palinsesto con serie americane e persino ipotizzando serate di musica classica.
Il giorno seguente, la CNCL sceglie Bouygues come azionista di maggioranza di TF1. Hachette viene sconfitta, e i suoi sogni televisivi sfumano. Poche settimane dopo, una festa a Port-Marly celebra il passaggio di TF1 al privato. Francis Bouygues esulta: ha conquistato la rete leader negli ascolti, con un roster di star. Tuttavia, non sa che molti dei suoi volti più noti stanno già abbandonando la rete, aprendo una fase di incertezze.